Galleria Borghese

La caratteristica più affascinante della Galleria Borghese è il fatto che, dopo oltre due secoli, affreschi, sculture e dipinti si presentano ancora oggi perfettamente intatti, ben conservati e coerenti con la storia della famiglia Borghese tanto da regalare ai visitatori un'atmosfera unica.
Tutto iniziò nel 1607 quando il Cardinal Scipione Borghese, nipote del Papa Paolo V, sequestrò oltre 100 dipinti al Cavalier d'Arpino: un sopruso che il prelato ripetette in molte altre occasioni per costituire un'importante collezione di capolavori.
Famosi restano il modo in cui venne in possesso della Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio, destinata alla Basilica di San Pietro, ma rifiutata dal Papa dietro il suo intervento, ed il furto che operò ai danni della città di Perugia per venire in possesso della Deposizione di Raffaello custodita presso la Chiesa di San Francesco. Per salvaguardare il proprio tesoro, il Cardinal Borghese commissionò all'architetto Flaminio Ponzio la realizzazione di un casino sul modello delle ville medicee, imitando lo schema di Villa Medici, poco distante da lì.
L'edificio venne concluso dall'olandese Giovanni Vasanzio e nella seconda metà del Settecento completamente ridecorato all'interno, sotto la supervisione di Antonio Asprucci. Oggi la disposizione delle opere rispetta ancora lo schema settecentesco. In pochi anni la Collezione Borghese riuscì a vantare il maggior numero di opere di Bernini e Caravaggio, oltre ad una enorme quantità di sculture antiche che la famiglia nell'Ottocento fu costretta a vendere per volere di Napoleone e destinate poi al Louvre.
La passione dell'Imperatore per la collezione nacque grazie al matrimonio della sorella Paolina con il Principe Camillo Borghese: il ritratto della principessa in veste di Venere, realizzato da Antonio Canova, è l'ultima opera entrata all'interno del museo. Se si esclude la vendita forzata a Napoleone, i Borghese non smembrarono mai la loro collezione in virtù di un fidecommisso che imponeva loro di tenere unite opere d'arte e villino.
È per questo motivo che nel 1901, a causa di seri problemi finanziari, la famiglia fu costretta a vendere allo Stato il casino con il suo prezioso contenuto, mentre due anni dopo il Comune sarebbe entrato in possesso del parco circostante.
Mappa
Città
Roma
CAP
00187
Provincia
RM
Indirizzo
Via di Porta Pinciana
Galleria
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